Quasi nessuno sa che 20 anni fa, prima di entrare nel mondo della scuola ho fatto vari altri lavori che in molti casi mi hanno aiutato a svolgere poi il mio lavoro definitivo, di insegnante e scrittrice. Una di queste esperienze é stato il lavoro presso l’usl di Mirano in un progetto chiamato CREATTIVATORE in cui ci occupavamo di ex tossicodipendenti, donne vittime di tratta ed altri soggetti fragili per offrirgli dei laboratori gratuiti che gli dessero altre possibilitá di inserimento lavorativo. Per svolgere questa mansione sono stata formata nel counselling e poi ho lavorato con laboratori di spagnolo, inglese e scrittura creativa. Da questa esperienza gratificante non ho mai smesso di formarmi, autonomamente, nel campo della psicologia dell’adolescenza e affini, come con i bellissimi seminari di Francesca dal Nero e altri insegnanti e counseling teachers che mi hanno dato una strada da seguire che ancora oggi fa parte della mia prassi didattica e non solo. Mi é venuta voglia ora di condividere
il frutto di questi apprendimenti abbinati alla scrittura. Non pretendo di avere la veritá in tasca, ognuno ha la sua, ma questo percorso é stato per me vivificante e mi consente una stabilitá da cui attingo per la mia scrittura e le mie attivitá artistiche oltre che didattiche. Oggi condivido questa, ma ce ne saranno delle altre, abbinate a qualche immagine dei miei libretti fatti a mano in cui confluiscono i testi, i disegni e la calligrafia.
DELLA SCRITTURA COME LIBERAZIONE DALL’AUTOCRITICA OSSESSIVA
Se potessimo riscrivere la nostra vita: quanti di noi lo farebbero? Forse in realtà non è necessario riscrivere il passato, quanto piuttosto rileggerlo con un altro sguardo, osservandoci con tenerezza e partendo da adesso, invece, a riscrivere i nostri programmi interiori che ci vanno stretti, per scegliere dei percorsi nuovi che vadano nella direzione della fiducia e della speranza.
Prima però di volerci cambiare è necessario auto-osservarci, e scrutare le nostre reazioni, i nostri atteggiamenti e le nostre abitudini con un occhio scientifico, non giudicante. Cioè bisogna imparare a soffermarci su alcuni aspetti del sé con distacco, non aggiungendo giudizi di carica emotiva: non è utile criticarci, ci appesantisce. Non possiamo tornare indietro come con un rewind del telecomando, all’epoca delle omissioni che ci hanno poi condizionato, ma quello che possiamo fare è evitare la ripetitività e la meccanicità di certe reazioni e certi nostri comportamenti. La scrittura è, per alcuni, fonte di meditazione, di contemplazione, di liberazione o consolidamento. Sempre é la possibilità di costruire una realtà alternativa, fantasiosa, stimolante. Poi, rileggendola, possiamo scegliere di far diventare la nostra vita reale piú simile a quella da noi inventata sul foglio.
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